#StorieDiOratorio: Animatori Work In Progress
Formazione per animatori degli oratori di Roma Nord-Ovest

Dopo qualche mese di pausa sono riprese le attività formative e di rete degli oratori della zona nord-ovest di Roma che da oltre un anno camminano insieme per costruire relazioni e fornire occasioni di scambio e di formazione agli animatori, in gran parte adolescenti, delle varie realtà parrocchiali. Sabato 3 dicembre nella parrocchia di San Melchiade a Labaro si è tenuto il primo incontro del nuovo anno pastorale dal titolo “Animatori Work in Progress”, ideato ed organizzato dallo staff locale e dal COR.
Oltre 50 ragazzi provenienti dagli oratori di San Melchiade, che per la prima volta ospitava un incontro della rete, ma anche di Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, di SS. Elisabetta e Zaccaria e di Santa Maria Stella Mattutina si sono radunati, accompagnati dai loro educatori e sacerdoti, per un pomeriggio di incontro, formazione, cena ed un concerto interattivo con alcuni musicisti. Un gruppo variegato di ragazzi e ragazze che pur provenendo da esperienze e cammini diversi hanno scelto di dedicare alcune ore alla formazione per diventare (o migliorare) il loro essere animatori di oratorio. Accolti da Giulia e Tommaso, animatori del COR con giochi a squadre, i ragazzi hanno potuto poi ascoltare le testimonianze di tre catechisti di oratorio, la giovanissima Francesca, il brillante Andrea e il saggio Massimo, tutti impegnati nel servizio alle comunità presenti all’incontro. Gli spunti del loro racconto sulla vocazione dell’animatore sono poi stati utili per i lavori di gruppo a cui i ragazzi hanno partecipato con convinzione e passione. I più giovani hanno scoperto il perché della scelta di servizio in oratorio, guidati da Roberta e Giulia, mentre i ragazzi che hanno già cominciato a servire i più piccoli in oratorio si sono concentrati sull’identikit dell’animatore vestendo un personaggio ideale con tutti i pregi necessari per mettersi in gioco insieme a Claudia e Giulia. I più grandi, infine, hanno meditato e ragionato insieme a don Fabio Bartoli, vice parroco di SS. Elisabetta e Zaccaria, e Micaela sul senso profondo della chiamata al servizio e delle scelte importanti della vita di un giovane che vive l’esperienza ecclesiale. A conclusione dei lavori di gruppo tutti i partecipanti si sono radunati in chiesa per un momento di restituzione di quanto scoperto, ma anche di meditazione guidata dal parroco di San Melchiade, don Giuseppe Falabella. In una chiesa profondamente solida perché realizzata in cemento armato, don Giuseppe ha voluto sottolineare la fragilità dell’esperienza del cristiano aiutando i ragazzi ad osservare come una pioggia intensa possa arrivare a penetrare anche una struttura così resistente. Circondati dai secchi dove continuavano a cadere grossi goccioloni di acqua, i tanti adolescenti hanno vissuto un momento di riflessione comune conclusosi con una uscita silenziosa. Dopo la cena, organizzata sapientemente dallo staff adulti guidato da Anna Pia, i ragazzi sono stati coinvolti in un effervescente spettacolo musicale interattivo dove ognuno ha potuto esprimersi con elementi di riciclo e qualche bacchetta di legno.
Un concerto di suoni e percussioni, guidati con maestria dai musicisti Giancarlo e Massimo, che ha mostrato la capacità dei ragazzi di lasciarsi coinvolgere, di seguire la guida di un esperto e di diventare magicamente un’unica grande orchestra che riesce a suonare insieme. Il concerto è stata anche l’occasione per alcuni dei giovani presenti di potersi esibire e mostrare il loro talento musicale. Annachiara, Chiara, Massimo e Lorenzo di Preziosissimo Sangue hanno avuto l’occasione di cantare e suonare una canzone composta da loro durante un recente campo parrocchiale mentre Vittoria di SS. Elisabetta e Zaccaria si è esibita accompagnata dal maestro Giancarlo. Una serata intensa e ricca di emozioni, un’occasione preziosa che parla di oratorio ma anche di rete e di quanto si sta realizzando in questa parte di Roma: il sogno di sacerdoti ed adulti di offrire ai propri giovani una esperienza ecclesiale ampia, che consenta loro di conoscere altre realtà, di interagire e camminare insieme e che renda l’esperienza oratoriana non una piccola cosa all’ombra del campanile ma una sinfonia che sa di Paradiso.