Mons. Ruzza al COR: l’oratorio luogo di diaconia e di ascolto

Mons. Ruzza ha invitato i presenti, animatori, sacerdoti, religiosi e giovani a prendere a modello la Vergine Maria che ha custodito tutto quanto ascoltava nel suo cuore. “Per ascoltare dobbiamo fare spazio dentro di noi a coloro che abbiamo davanti, ai bambini. E’ necessario fare un lavoro di ascesi, vivere un ascolto ricettivo accogliendo i doni che l’altro sa offrirci”. Il Vescovo ha tenuto a sottolineare che l’oratorio non deve rappresentare una ‘stazione di servizio’, un erogatore di comodità per i genitori che vi sistemano i figli ma un luogo dove le giovani generazioni possano percepire il grande amore gratuito del Padre attraverso la vita, le parole e le attitudini dell’educatore.
“Il servizio educativo va vissuto come un fiume di bellezza che si poggia su una solida formazione spirituale, un continuo confronto con la Parola. Non siete educatori professionisti – ha sottolineato con forza mons. Ruzza ricordando come nella Chiesa italiana ci si sia interpellando anche su queste nuove figure educative in oratorio – ma discepoli innamorati. Siete invitati a vivere una diaconia che sappia ascoltare donando il proprio cuore all’educando, ponendo attenzione e cura all’annuncio evangelico, comunicando una vita spirituale da altissima temperatura. Non è un volontariato, che pure è cosa buona, ma un servizio, un ministero ecclesiale che vi viene consegnato dai vostri parroci e pastori quali educatori e testimoni che esercitano un ministero che incide nel cuore dei ragazzi a cui siete mandati “.
Ricordando le parole dell’Esodo che guidano il percorso diocesano, mons. Ruzza ha ricordato come l’educatore sia chiamato ad uscire da se stesso e l’oratorio ad essere luogo di incontro non meritocratico ma dove il senso di libertà va insieme a quello di appartenenza, al sentirsi a casa, dove poter esercite la propria donazione comunicativa. “Solo un cuore materno, come quello di Maria Santissima, sa ascoltare, mettere insieme le parole, cogliere il nesso e custodire tutto nel proprio cuore prendendoci sul serio come fa Dio”.