“Il Signore vi manda: siate testimoni di quello che avete vissuto!”
Mons. Daniele Salera agli animatori di Villaggio Oratorio 2023

“Chi vuole salvare la propria vita la perderà e chi la dona la riceve.” Da questa esortazione ha preso spunto l’omelia di S. E. Mons. Daniele Salera, vescovo ausiliare della Diocesi di Roma per il settore nord, presiedendo la solenne celebrazione conclusiva di Villaggio Oratorio 2023. In una chiesa gremita dell’oratorio di Casa Versiglia a Genzano adolescenti, giovani, catechisti e genitori lo hanno accolto con tutta la loro gioia ma anche l’acquisita capacità di preghiera e di riflessione. “Abbiamo ascoltato un brano che provvidenzialmente ci parla di quello che abbiamo vissuto. L’esperienza del Covid nella Chiesa di Roma mi ha insegnato moltissimo: abbiamo visto dei frutti che se avessimo seguito le strade ordinarie, se avessimo fatto tutto quello a cui eravamo abituati non l’avremmo visto. Il Covid mi ha costretto a cambiare, a fantasticare, a ripensare tutto a partire dalla catechesi e dalla liturgia. Pur di viverla l’ho cambiata e cambiandola ho visto che andava esattamente a toccare il cuore delle persone che avevo davanti. Questo non l’avrei pensato se non avessi vissuto quel momento di difficoltà che abbiamo condiviso tutti. Dio è vivo: non ha parlato tanti secoli fa e adesso tace. Dio è vivo, continua a parlare, a comunicare con noi, ma se noi, anziché leggere i segni che Lui ci manda, siamo tutti concentrati sulla nostra testa, cercando di realizzare le nostre idee, i nostri progetti, non lo capiamo. Da cosa comprendiamo che siamo concentrati sulla nostra testa a seguire le nostre idee e i nostri progetti ? Lo comprendiamo dalla fatica che facciamo: se siamo pieni di fatica, frustrazione, a volte di amarezza, ci sentiamo schiacciati dalla fatica che facciamo. Questa fatica la sperimentiamo quando abbiamo fatto tutto da soli per seguire le nostre idee e i nostri progetti. La fatica che provi quando fai quello che ti chiede Dio, invece, ti riempie di consolazione e di letizia subito, mentre la vivi. Rinnegare se stessi coincide esattamente con questo: non darti troppa importanza ! Torna ad essere discepolo ! Stai dietro al Signore, non davanti, e segui le tracce dello Spirito Santo. Allora comprenderai che Dio ti ama, ti ha mandato, e non ti ha mandato una volta sola lasciandoti poi al tuo destino. Ti ha mandato, rimane con te e continua a parlarti e ti chiede di guardare quelle tracce che Lui mette sul tuo cammino. E soprattutto di stargli dietro e di non fare tutto da solo. In questo modo puoi sentirti davvero in missione: possiamo sentire che quello che stiamo facendo qui insieme e nel nuovo anno che verrà lo facciamo perché Lui ci ha chiamato, perché lui ci manda”. Il Vescovo ha sottolineato ai ragazzi che hanno partecipato a Villaggio Oratorio il loro ruolo di testimonianza in mezzo ai loro coetanei. “Se voi avete ricevuto quello che state ricevendo, non può essere solo per voi. E’ perché tutta questa gioventù che sta buttando la vita, come ci racconta la cronaca sempre più spesso, ha bisogno di qualcuno come voi che gli dica che questo non va bene. Voi potete essere questa voce, quella di Dio, che dice a qualcuno “la vita che hai non la sprecare!” Se non glielo dite voi, chi glielo dice ? Noi adulti non siamo nelle vostre classi, nelle vostre uscite serali, con i vostri bambini dell’oratorio. Voi siete la voce di Dio che diventa preziosa per gli altri in un contesto in cui tutto va sprecato”. Lo spunto del Covid era arrivato anche dallo stesso Presidente del COR, Stefano Pichierri, che nel suo saluto a mons. Salera aveva ricordato i tanti cambiamenti vissuti dalla società, ma anche dalla Chiesa, dal COR e dagli oratori negli ultimi anni. “Il Covid ha messo a nudo tutte le fragilità e, forse, proprio da queste dovevamo ripartire. Ci siamo sentiti anche molto scoraggiati, potevamo mollare, nulla sembrava avere più senso, ma nel nostro cuore c’era come un fuoco ardente, ci sforzavamo di contenerlo ma non potevamo. In questi giorni a Villaggio Oratorio abbiamo vissuto una comunione tra esperienze di oratorio per una Chiesa in cammino, abbiamo visto i desideri dei ragazzi prendere forma, tradursi in scelte consapevoli, abbiamo visto la passione per l’educazione dei più piccoli nuovamente risignificata. Si sono spesi sacerdoti, catechisti, adulti, giovani innamorati di Cristo, e soprattutto si sono spesi loro, ragazzi e ragazze di tutta Roma e oltre”.