Apertura dell'anno sociale: le parole che i Vescovi ci hanno rivolto

Apertura dell'anno sociale: le parole che i Vescovi ci hanno rivolto
L'apertura dell'anno sociale è un evento molto importante per l'associazione, composto da due celebrazioni presiedute da due vescovi.
La mattina del 2 Novembre presso la clinica della Madonna della Fiducia, si è celebrata la Santa Messa , un momento in cui si ritrovano i soci e gli amici del COR nel luogo in cui Arnaldo Canepa, fondatore del Centro Oratori Romani, ha passato gli ultimi anni della sua vita.
La celebrazione è stata presieduta da S.E.R. Mons. Paolo Selvadagi che ci ha rivolto queste parole:
"L'esempio delle persone come Arnaldo Canepa ci permette di prendere la vita con un respiro più ampio. Parola impegnativa l'Amore, può dire qualcosa di temporaneo ed effimero o qualcosa che ci prende tutta la vita!
il Signore quanto ispira i nostri pensieri? Ciascuno può dirlo a se stesso e misurare quanto è profondo questo profondo. Ci sono stati momenti in cui l'unico riferimento certo era il nostro rapporto con il Signore, e a lui ci siamo rivolti talvolta con rabbia, con confidenza, con risentimento, a lui più di qualsiasi altra persona.
Con il Vangelo delle beatitudini possiamo sentire che c'è speranza per tutti, anche per chi ha perso tutto.
Il messaggio di Gesù vale sempre, sono relazioni eterne. Quelle che si dissolveranno sono quelle cattive, che ci intossicano, che non hanno nulla a che vedere con Dio. Non si può esercitare l'intelligenza se non c'è relazione, perchè noi siamo esseri in relazione."
Il 4 Novembre, invece, la Santa Messa è stata presieduta da S.E.R. Mons. Rino Fisichella, nel luogo dove riposano le spoglie mortali del Servo di Dio e fondatore del Centro Oratori Romani, Arnaldo Canepa, la parrocchia Santa Maria del Buon Consiglio.
Durante la celebrazione i soci effettivi del COR hanno rinnovato la loro promessa a Maria Domina Nostra, e quattro nuovi soci Lorenzo, Arianna, Giulia, Benedetta e Andrea hanno promesso per la prima volta.
Il vescovo durante l'omelia ci ha rivolto queste parole:
"Ascoltare la parola di Dio significa cercare la luce nel cammino della nostra vita, per ognuno di noi ha una parola che ci salva. Abbiamo ascoltato alcuni brani che richiamano al tema della gratuità. Quando gli autori del Nuovo Testamento hanno dovuto dare un nome al senso profondo dell'amore rivelato da Gesù, non trovavano nessun corrispettivo, non esisteva una parola così come Gesù aveva rivelato l'amore. La capacità di dare tutto se stesso.
Filia e Eros non esprimevano il concetto fondamentale di questo amore. Hanno fatto riferimento ad Agape, ovvero il Banchetto.
"Quando tu fai il banchetto" (Lc 14, 12) si può tradurre come "quando tu ami", allora non farlo per ricevere il contraccambio, non si ama per essere amati, la distinzione diventa sottilissima tra dove non ami e dove sei non sei egoista, il confine è difficile.
Gesù ha rivelato il contrario: tu devi amare, punto!
L'ideale dell'amore cristiano è dare, non ricevere. La gratuità diventa la dimensione del vostro servizio alla Chiesa. La gratuità si oppone al ricevere una gratifica e ad essere ricompensati per quello che facciamo. Equivale a dover mettere nel nostro impegno, quel donare.
Il servizio gratuito è ciò che si pone sulla stessa lunghezza d'onda di ciò che Gesù ha fatto per noi.
Quando preghi, ringrazia il Signore per quelle persone che ti ha affidato, perchè ti consentono di scoprire la tua vocazione. Se il catechista non lo fa per vocazione, la sua opera è poco efficace.
La gratuità vuol dire, dire grazie per questo, approfondire sempre di più quell'impegno per cui sono stato chiamato, per cui trasmetto la fede, il Vangelo.
Qui vi viene in aiuto la lettera di Paolo ai Romani, chi può mettersi davanti a Dio dandogli qualcosa in cambio? Dobbiamo metterci con la gratuità davanti a Lui.
Chi ha mai conosciuto il pensiero del Signore?
La bellezza di scoprire ogni giorno la vocazione, significa scoprire ogni giorno cosa vuole da te quel giorno il Signore. Non c'è teoria nel rapporto con il Signore, c'è la relazione che ti obbliga a vedere l'adesso e l'ora! Ecco la volontà di chiedere, di interrogare. Mai stancarsi di tutto questo, senza scoprire di essere avvolti nella misericordia di Dio. Per almeno cinque volte l'apostolo ripete la parola MISERICORDIA.
Che cos'è? Sant'Agostino ha giocato su questo tema nella lingua latina. Viene dall'unione e dall'incontro di due realtà:
Miser: miseria dell'uomo
Cor: cuore.
Il cuore di Dio che si accosta alla miseria dell'uomo.
Con il suo amore lo trasforma e viene la misercordia.
Voi che siete COR, siete chiamati ad essere quel cuore che si avvicina per trasformare e dare misericordia.
Conserviamo l'impegno di gratuità. Entriamo sempre nel pensiero di Dio su di noi." 

 

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